domenica 6 settembre 2020

James Bond Legacy. Parte 2. AGENTE 007 DALLA RUSSIA CON AMORE (FROM RUSSIA WITH LOVE)

Nell’estate del 1963, mentre la troupe è al lavoro sul set di Dalla Russia con amore (From Russia With Love) la guerra fredda impazza. Sono passati poco meno di otto mesi dalla crisi dei missili a Cuba. Dopo la questione dei missili sovietici, installati nell’isola caraibica e direzionati verso la Florida, smantellati dopo sei giorni di drammatiche trattative, gli Usa e l’Urss hanno installato una linea telefonica diretta per le comunicazioni, proprio per evitare una nuova crisi internazionale. All’inizio di luglio l’ex agente britannico Kim Philby, scomparso a gennaio a Beirut, dove si trovava come corrispondente per il London Observer,  e cacciato dall’MI6 nel 1955 con l’accusa di fare il doppio gioco al servizio dei sovietici, attraversa la cortina e fugge a Mosca, diventando un agente del KGB.
Licenza di uccidere (Dr. No) non è ancora uscito nelle sale statunitensi ma la United Artists, sulla base degli incassi ottenuti in Gran Bretagna, Francia e Germania, decide di produrre una nuova avventura di James Bond, stanziando il doppio del budget necessario per il primo film. Anche ammesso che la nuova pellicola non incassi un centesimo il film sarebbe in attivo con i soli introiti già ottenuti da Licenza di uccidere.
Il primo compito dei produttori è quello di cercare la nuova compagna d’avventure di 007. Dopo avere fatto esordire la splendida Ursula Andress nel ruolo di Honey Rider per il ruolo di Tatiana Romanova i produttori vogliono una ragazza che abbia un tratto slavo. Dopo centinaia di provini la produzione sceglie la ventenne top model italiana Daniela Bianchi, annunciata alla stampa nel 1963 con la roboante definizione di nuova Greta Garbo. 
La produzione si rivela un incubo. A Istanbul non funziona niente e la scena finale, che prevede un inseguimento coi motoscafi, deve essere rigirata in Scozia. Come se non bastasse Daniela Bianchi ha un incidente di macchina e subisce delle ferite al volto che ritardano le riprese.

Il Poster originale di From Russia With Love


La SPECTRE (acronimo di SPecial Executive for Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion) e il suo leader Ernst Stavro Blofeld architettano un piano perfetto per rubare il prezioso decodificatore sovietico Lektor. Rosa Klebb, numero 3 dell’organizzazione ed ex capo della temibile SMERSH russa, ha l’incarico di coordinare l’operazione. Per raggiungere l’obiettivo ella si avvale della collaborazione di Donald Grant, uno spietato killer, e dell’avvenente caporale Tatiana Romanova. Quest’ultima, di stanza presso l’ambasciata sovietica di Istanbul, utilizza ogni giorno il Lektor ed è incaricata dalla Klebb di circuire l’agente britannico James Bond che, secondo il suo disegno, dovrà rubare il marchingegno, ignaro di lavorare per conto della SPECTRE, la quale al momento opportuno se ne impossesserà. La Romanova offre in una missiva i suoi servigi all’MI6 di Londra ma esige di consegnare il Lektor solo a 007 del quale dichiara di essersi innamorata. M intuisce che si tratta di una trappola ordita dai russi, ma accetta l’offerta della Romanova mettendo in guardia Bond dai pericoli che l’attendono.
A Istanbul l’agente entra in contatto con Kerim Bey, il suo aiutante sul campo. Bey è un uomo straordinario, con un appetito sessuale sfrenato, ha molti figli, tutti al suo servizio, e conosce la capitale turca come pochi. Con il suo aiuto 007 entra in contatto con dei gitani che lo aiutano a sventare un tentativo di omicidio perpetrato dai russi ai suoi danni. Dopo essersi trovato la Romanova nuda e compiacente nel letto del suo albergo (ignorando di  essere filmati da Klebb e Grant nella loro alcova d’amore) Bond organizza il recupero del Lektor. Con una rocambolesca azione all’interno dell’ambasciata sovietica l’agente inglese recupera il decoder e sale sull’Orient Express, direzione Trieste. Nei vagoni si cela un agente sovietico, assassinato da Grant, anch’egli sul treno. In seguito è lo stesso Kerim Bey ad essere brutalmente ucciso dal killer della SPECTRE. 
Bond viene contattato da Grant, spacciatosi per un agente britannico giunto sul treno per ordine di M con l’incarico di scortarlo a Trieste. 007 cade nella trappola e quando si accorge dell’inganno è troppo tardi: Grant lo percuote e minacciandolo con la pistola gli rivela la sua vera identità e il piano della SPECTRE. Dopo una colluttazione brutale Bond uccide Grant. Sceso dal treno con la ragazza deve affrontare un elicottero che cerca di eliminarli poi, in una pericolosa fuga in motoscafo, fa esplodere le tre barche della SPECTRE che gli stanno alle calcagna.
Giunto a Venezia, l’uomo pensa di avere terminato la missione ma c’è ancora un ostacolo da superare. Rosa Klebb lo attende nella sua camera d’albergo per ucciderlo ma non ha fatto i conti con la Romanova che, oramai innamorata di Bond, corre in aiuto del suo amante uccidendo l’ex agente sovietico.
In una gita in gondola 007 si gode il meritato riposo in compagnia della Romanova, non prima di avere gettato in mare il filmino in super 8 che lo ritrae nelle sue imprese amorose.

Sean Connery e Daniela Bianchi

La sceneggiatura di Richard Maibaum e Joanne Harwood rielabora con perizia il libro di Fleming. Il cambiamento principale risiede nell’avere introdotto la SPECTRE, assente nel romanzo. Con l’avvento della guerra fredda Saltzman e Broccoli decidono, infatti, che il vero nemico di 007 non deve essere la Russia bensì l’organizzazione criminale internazionale destinata ad apparire in altri romanzi di Fleming (Thunderball su tutti) ma non in questo.
Il copione si allontana dagli elementi di fantascienza presenti in Licenza di uccidere e diventa un solido spy movie nel quale Bond per la maggior parte della storia non capisce cosa stia accadendo. Il cuore del racconto resta tuttavia fedele all’azione fleminghiana e si avvale di una splendida messa in scena di Terence Young che utilizza al meglio le esotiche location.
Per la prima volta assistiamo all’arrivo dei gadget, un elemento portante di tutta la saga. L’ingresso di Q (interpretato per ben 16 episodi dal britannico Desmond Llewelyn) da il via alla sequela pirotecnica di armi segrete. In questo caso trattasi di una ventiquattr’ore fornita di tasche segrete che celano sovrani d’oro, due pugnali, un silenziatore, munizioni e una tavoletta di gas lacrimogeno. Dalla Russia con amore è zeppo di gadget: dal filo d’acciaio all’interno del Rolex di Donald Grant, utilizzato per strangolare i malcapitati, al pugnale avvelenato nascosto nella scarpa di Rosa Klebb, fino al periscopio installato da Kerim Bey nelle fogne di Istanbul per spiare l’ambasciata sovietica. Lo stesso decoder Lektor è un gadget. Bond non prende mai sul serio questi arnesi, creati per facilitargli la missione, ma all’occorrenza li usa in modo imprevedibile. La nascita e l’uso dei gadgets nei film di 007 è lo specchio della società globale e della sua passione per le tecnologie.

Robert Shaw è lo spietato Donald Grant

Agente 007 Dalla Russia con amore resta tutt’oggi uno dei capitoli cinematografici più azzeccati della saga. La formula narrativa è ancora acerba ma iniziano a vedersi alcuni capisaldi quali il prologo e l’epilogo, che diverranno ben presto i marchi di fabbrica della Bond legacy. 
Nella riuscita del progetto ha una grande importanza il montaggio di Peter Hunt che porta lo spettatore dentro la scena, come nello scontro nel campo dei gitani, oppure nel combattimento tra Grant e Bond all’interno dell’Orient Express. La caccia a Bond con l’elicottero, infine, è chiaramente ispirata a Intrigo Internazionale (North by Northwest) di Alfred Hitchcock. Anche la scelta di utilizzare un teaser prima dei titoli di testa è un’idea narrativa di Terence Young e Peter Hunt, stimolata da Harry Saltzman per evidenziare la pericolosità del villain che il protagonista dovrà affrontare. Un altro elemento di novità è la colonna sonora. Broccoli e Saltzman sono rimasti impressionati dall’arrangiamento del tema musicale di Monty Norman orchestrato da John Barry e decidono di affidare a quest’ultimo il commento musicale.
Il cast, infine, è superbo: Sean Connery ormai appare a suo agio nei panni della spia inglese, risoluto, brutale ma anche romantico all’occorrenza. Daniela Bianchi, al suo esordio cinematografico, è una sontuosa Bond Girl, mentre Pedro Armendariz è l’irresistibile Kerim Bey. Perfetti poi i cattivi: l’inglese Robert Shaw è il gelido Grant, mentre l’austriaca Lotte Lenya è la sgradevole Rosa Klebb che tenta a modo suo di concupire la Romanova in una scena di seduzione inquietante.

Sean Connery e Daniela Bianchi nel finale a Venezia

Le anteprime per la stampa sono molto positive e tutti gli specialisti del settore prevedono un grande successo per il film. La prima avviene il 10 ottobre del 1963 nel più lussuoso cinema inglese, l’Odeon Leicester Square. Alla fine della settimana Dalla Russia con Amore ha già incassato 14.528 sterline, vendendo tutti i biglietti disponibili per gli spettacoli. La prima settimana di programmazione in tutto il Regno Unito ne fa il successo commerciale più grande di tutti i tempi.
L’8 aprile del 1964 Dalla Russia con Amore esce in 30 cinema di New York, incassando 460.000 dollari nella prima settimana. Alla fine del mese il film ha già superato il milione di dollari.
Le recensioni sono tutte entusiastiche e alla fine dello sfruttamento commerciale relativo alla prima uscita gli incassi nel mondo ammontano a circa 28 milioni di dollari, una cifra più che considerevole che illumina il futuro di Bond, decisamente roseo…

I CATTIVI

Ernst Stavro Blofeld (Anthnoy Dawson)
È il villain per antonomasia, la nemesi di James Bond. Architetta piani diabolici per dominare il mondo.

Rosa Klebb (Lotte Lenya)
Una perfida sado maso dedita al male.

Donald Grant (Robert Shaw)
Un killer spietato che ama torturare e strangolare le sue vittime.

Krilencu (Fred Haggerty)
Un bulgaro, famoso oltre cortina per i suoi servigi all’Unione Sovietica.

LE BOND GIRLS
Tatiana Romanova (Daniela Bianchi)
La conturbante russa fa perdere la testa a 007.

Sylvia Trench (Eunice Gayson)
La prima Bond girl della storia, sedotta nelle prime inquadrature di Licenza d’uccidere, torna a flirtare con Bond.

GLI AMICI
Kerim Bay (Pedro Armendariz)
Leale e generoso, perde la vita in missione per difendere Bond.

I FERRI DEL MESTIERE
Valigetta 24 ore: contiene 24 sovrani d’oro, due pugnali, gas lacrimogeno,  un silenziatore e munizioni varie. Macchina fotografica: al suo interno cela un sofisticato registratore a nastro.

CURIOSITÀ

La sequenza d’apertura inizialmente era stata montata più avanti. Fu il montatore Peter Hunt (poi regista di Al servizio segreto di Sua Maestà) a decidere di posizionarla all’inizio come teaser dando il via alla tradizionale scena d’apertura destinata a divenire un leit motif narrativo ricorrente.

Per girare il brutale combattimento tra Grant e Bond ci vollero ben tre settimane di riprese.

La scena d’amore tra Sean Connery e Daniela Bianchi suscitò le proteste della censura britannica che contestò il voyerismo della sequenza esigendo bruschi tagli in sala di montaggio.

Questo è il primo film in cui nei titoli di coda appare la scritta James Bond tornerà in… Una tradizione destinata a restare fino a Octopussy

La title track From Russia With Love, interpretata da Matt Monro, è stata la prima a ottenere una nomination al Globo d’Oro quale migliore canzone del 1963.

Per Sean Connery questo è il miglior film dei sei da lui interpretati.

La pellicola segna la prima apparizione sullo schermo di Ernst Stavro Blofeld, interpretato da Anthony Dawson (anche se il suo nome non è accreditato nei titoli) che in Agente 007, Licenza di uccidere aveva la parte del Prof. Dent. Dawson interpreterà Blofeld anche in Agente 007, Operazione Tuono.


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