venerdì 25 settembre 2020

AGENTE 007, MISSIONE GOLDFINGER (GOLDFINGER)

La prima di Agente 007, Missione Goldfinger avviene all'Odeon Leicester Square di Londra il 17 settembre 1964 in un clima di isteria collettiva. Migliaia di fan affollano il tappeto rosso e costringono la polizia e i fotografi a farsi da parte. Honor Blackman, l'attrice inglese che interpreta Pussy Galore, indossa dei gioielli da 6.5 carati e quando entra in sala è accolta da un'ovazione. Tutto questo prima ancora che qualcuno abbia visto il film.
L'avvento del 1964, in Inghilterra come negli Stati Uniti, è caratterizzato da sentimenti di shock, rabbia e paura, alimentati dall'omicidio di John Fitzgerald Kennedy, avvenuto per mano di Lee Harvey Oswald a Dallas, il 22 novembre 1963.
La cultura popolare muta rapidamente con l'esplosione del fenomeno musicale dei The Beatles e James Bond arriva a esemplificare tutti gli elementi di novità del nuovo anno. Egli è sessista, violento, moderno. È il simbolo della superiorità culturale dell'Occidente e rappresenta il baluardo supremo contro le idee totalitariste. È un agente segreto che è stato ammirato da JFK, un uomo moderno ma allo stesso tempo ancorato alla tradizione. Veste in modo impeccabile, è efficiente, di bell'aspetto, elegante ma anche brutale, un'icona della rivoluzione sessuale. 

Il Poster di Goldfinger

Con Agente 007, Missione Goldfinger i produttori si sforzano di creare un prodotto che possa avere successo in America. Contando sulla popolarità del romanzo, che ha venduto milioni di copie nel mondo, Saltzman e Broccoli decidono di puntare sul sicuro, mantenendo inalterata la trama del romanzo.
Il budget stanziato è di 3 milioni di dollari, esattamente la somma complessiva dei primi due episodi, rispettivamente 1 milione per Agente 007, Licenza di uccidere (Dr. No) e 2 milioni per Agente 007 Dalla Russia con amore (From Russia with Love).
Ma perché Agente 007, Missione Goldfinger ha un successo così fenomenale che lo farà diventare un classico del cinema popolare, nonché il prototipo di ciò che il pubblico si aspetta da un'avventura di 007? 
La risposta ha quattro spiegazioni: un nuovo regista; dei personaggi che si caratterizzano definitivamente; l'automobile più glamour del mondo; lo scagnozzo del cattivo, in apparenza invincibile.

Una scena di Goldfinger

Dopo il successo di Agente 007, Licenza d'uccidere (Dr. No) e Agente 007 Dalla Russia con amore (From Russia with Love) Terence Young pretende di affiancare alla produzione Saltzman e Broccoli, per diventare di fatto il terzo partner produttivo. I due tycoon non sono d'accordo e danno il benservito a Young. Il nuovo regista è Guy Hamilton, un inglese nato a Parigi nel 1922, figlio dell'addetto stampa dell'ambasciata britannica in Francia. Fin da adolescente il giovane è affascinato dal cinema e prima dello scoppio della seconda guerra mondiale passa sei mesi presso gli studi cinematografici di Nizza dove impara il mestiere. Al termine del conflitto diventa assistente di Carol Reed, partecipando alle riprese de Il terzo uomo (The Third Man), poi segue John Huston ne La Regina d'Africa (The African Queen). Quando è scelto per dirigere il terzo episodio della serie, Hamilton ha al suo attivo dieci film da regista, tra cui I due nemici (The Best of Enemies) con David Niven e il nostro Alberto Sordi.
Il nuovo regista esegue subito una serie di aggiustamenti allo stile della saga. Bond diventa più sofisticato, elegante e raffinato. Hamilton poi capisce che deve consolidare gli elementi ironici e umoristici del personaggio, inoltre incrementa l'elemento sessista e vuole che i set siano sempre più grandi, l'azione più elaborata e i gadget più spettacolari. È merito suo poi l'ingresso in scena di Desmond Llewelyn nei panni di Q. L'antagonismo che si crea tra lo scienziato inglese e la spia, infatti, è un marchio di fabbrica del nuovo regista. Per la parte di Goldfinger Saltzman e Broccoli scelgono il tedesco Gert Fröbe, notato in un thriller tedesco, Il mostro di Magendorf (Es geschah am hellichten Tag), nel quale l’attore è uno psicopatico serial killer. Il suo tirapiedi letale, Oddjob, è interpretato dall'hawaiano, campione di wrestler, Harold Sakata, una sorta di Golia invincibile. Per la prima volta il cattivo si sdoppia: anche questo diverrà un leit motiv della serie.
Il 20 gennaio 1964 il film inizia le riprese in Florida, a Miami. In seguito la troupe si sposta in Messico, in Svizzera e nel Kentucky.

Gert Frobe è Goldfinger

Felix Leiter, agente della CIA, raggiunge 007 in un lussuoso albergo di Miami per informarlo che M vuole che tenga d'occhio un certo Auric Goldfinger, residente nel suo stesso hotel. Bond scopre che il miliardario bara alle carte. La sua vittima è un ricco americano che Goldfinger spenna ogni giorno al tavolo verde, aiutato da una complice, la platinata Jill Masterson. Dal terrazzo della sua camera la ragazza scruta le carte del rivale con un cannocchiale e le comunica al malfattore tramite una radiotrasmittente. Goldfinger finge di essere sordo e può così ricevere tutte le informazioni tramite un auricolare. Bond scopre subito il trucco e costringe Goldfinger a perdere 15.000 dollari. Non pago, l'agente britannico invita Jill in camera sua per un rendez vous amoroso. Tuttavia il magnate non è tipo da accettare le umiliazioni e si vendica dello smacco facendo uccidere la ragazza dopo averla cosparsa di una vernice d'oro su tutto il corpo.
A Londra M spiega a Bond che Goldfinger è un trafficante d'oro. Il compito di 007 è quello di scoprire come riesca a contrabbandare fuori dal Regno Unito il metallo prezioso.
Prima di partire per la missione Bond incontra Q che gli illustra le meraviglie della sua nuova auto, una Aston Martin DB5, piena di congegni imprevedibili come dei rostri sulle quattro gomme, due mitragliatrici invisibili, un radar di navigazione e un bottone rosso sulla leva del cambio che permette l'espulsione del passeggero sgradito.
Bond incontra Goldfinger nel suo circolo del golf nel Kent e accetta di giocare una partita con lui. Anche durante l'incontro sportivo egli cerca di barare, aiutato dal fido Oddjob, un immenso coreano muto, dotato di una forza impressionante.
L'agente, poi, posiziona un rilevatore di posizione nella Roll Royce Phantom III di Goldfinger e lo segue fino in Svizzera. Durante il tragitto s'imbatte in Tilly Masterson, decisa a vendicarsi della morte della sorella Jill. Bond s'introduce nella fabbrica della Auric Enterprise e scopre che Goldfinger contrabbanda l'oro tramite la sua auto, il cui pianale è rivestito del metallo prezioso.
Il criminale, inoltre, sta ultimando i preparativi per una misteriosa operazione denominata Grande Slam. 
Tilly Masterson fa cadere la copertura di Bond attivando senza volerlo l'allarme della fabbrica. Dopo una rocambolesca fuga in auto, nella quale mette in azione tutti i congegni della DB5, Bond è fatto prigioniero mentre la ragazza è uccisa da Oddjob.
Intrappolato su un tavolo d'acciaio 007 rischia di essere fatto a pezzi da un letale raggio laser ma riesce a salvare la pelle bluffando. Egli, infatti, rivela a Goldfinger di essere a conoscenza dei dettagli dell'Operazione grande slam.
Dopo essere stato narcotizzato l'agente britannico si risveglia a bordo di un aereo privato, direzione Baltimora. Sul velivolo conosce Pussy Galore, un'avvenente compatriota bionda, pilota d'aereo.
Bond è prigioniero nella villa di Goldfinger in Kentucky. Il contrabbandiere ha convocato lì tutti i gangster più importanti della malavita americana per svelare il suo piano criminale. Egli vuole svaligiare Fort Knox, la maggiore riserva aurea americana. La sua intenzione è quella di eliminare 60.000 persone con un gas nervino rilasciato nell'aria da Pussy Galore e dalle sue aiutanti, alla guida di una flottiglia aerea. 
In realtà il piano del criminale è quello di rendere radioattiva l'intera riserva aurea statunitense che diventerebbe così inutilizzabile per 58 anni. In tale modo si decuplicherebbe il valore del suo oro. Bond rivela a Pussy il vero piano del suo boss. La ragazza, infatti, pensa di dover scaricare nell'atmosfera un innocuo gas soporifero. 
Il giorno dopo scatta l'operazione grande slam. Gli aerei di Pussy disperdono nell'aria il gas e Goldfinger coi suoi scagnozzi riesce a entrare dentro Fort Knox. Quello che il criminale ignora è che il gas nervino è stato sostituito da un innocuo fumo e così si ritrova a fronteggiare l'esercito americano. Dopo un violento scontro a fuoco i militari riescono a riprendersi Fort Knox mentre Goldfinger, travestito da generale, fugge. Bond affronta Oddjob e lo sconfigge, riuscendo a disinnescare una bomba soltanto sette secondi prima che esploda.
Tutto sembra essere andato per il meglio ma mentre è in aereo, direzione Washington, per incontrare il Presidente degli Stati Uniti, l'agente scopre che a bordo si è introdotto Goldfinger. Durante una colluttazione uno sparo provoca la depressurizzazione del velivolo e il criminale è risucchiato nell'atmosfera.
L'aereo precipita nell'oceano ma Bond e Pussy si salvano lanciandosi con i paracadute. Ora possono godersi il loro meritato riposo al riparo da occhi indiscreti...

Pussy Galore

Agente 007, Missione Goldfinger è dunque il film che stabilisce le regole narrative della saga. In 112 minuti ritmati con magistero da Guy Hamilton, grazie al montaggio di Peter Hunt, assistiamo a uno spettacolo d'azione esemplare dove tutti gli elementi del genere si miscelano alla perfezione. Dal teaser d'apertura, ai titoli di testa filmati da Robert Brownjohn, alla musica di John Barry, tutto concorre alla realizzazione di uno spettacolo pirotecnico, ineccepibile dal punto di vista della messa in scena, interpretato da un cast eccellente. Sean Connery è ormai a suo agio nel ruolo e lo svolge con la dovuta sicurezza, iniettando nel suo Bond una dose di ironia che il personaggio di carta fleminghiano non possedeva. Gert Fröbe è un Goldfinger che fa da prototipo per tutti i cattivi della serie: ricco e geniale. Un megalomane, disposto a tutto pur di raggiungere il suo scopo. L'aspetto sessuale è molto forte, accentuato nell'immaginario dalla scelta di mostrare Jill Masterson nuda, soffocata dalla vernice d'oro. Una decisione audace che occupa le copertine di importanti riviste americane, quali Life, e amplifica la curiosità pruriginosa dell'epoca. Un altro elemento di scandalo è costituito dal nome della Bond Girl, Pussy Galore (in inglese Pussy è sinonimo malizioso del sesso femminile), nel libro omosessuale, anche se nel film tale elemento di caratterizzazione è eliminato.
La United Artists decide di fare uscire il film simultaneamente in tutto il Regno Unito, rivoluzionando così la sua politica distributiva. Dopo la prima settimana di programmazione Agente 007, Missione Goldfinger incassa 200.000 sterline, frantumando tutti i record d'incasso del cinema britannico. Il totale dei proventi a fine sfruttamento della pellicola è pari a 125 milioni di dollari, una cifra stratosferica per l'epoca. Il successo del film rilancia nelle sale anche i precedenti due episodi che incassano cifre da capogiro.
Paradossalmente, l'unica persona che non può assistere alla nascita di questo fenomeno culturale di massa è proprio il suo creatore. Ian Fleming, infatti, muore per un attacco cardiaco poche settimane prima dell'uscita del film, il 12 agosto 1964, all'età di 56 anni.



Potete ascoltare il Podcast dedicato a questi argomenti su Spotify, Spreaker, Deezer, Podcast Addict, Podchaser, Apple Podcast e Google Podcast

Aggiornamenti ogni lunedì.

Nessun commento:

American Gigolò e Cruising. Il cinema americano anni ‘80 tra Eros e Thanatos.

L’inizio degli anni ‘80 coincide con l’uscita nelle sale di due opere che affrontano il tema del sesso da due angolazioni opposte suscitando...