sabato 23 maggio 2020

Cinema Vs Streaming. I cinema sono chiusi, ma la magia primordiale del grande schermo resta intatta.

Sul The Guardian è apparsa pochi giorni fa una dichiarazione d’amore al cinema firmata da Walter Murch. Per chi non lo sapesse, Murch è uno degli editor più importanti del cinema. Al suo attivo ha 3 Oscar, ottenuti per il suo lavoro in Apocalypse Now e Il Paziente inglese (The English Patient). Murch, inoltre, ha editato una decina di anni fa la versione integrale de L'infernale Quinlan (Touch of Evil) di Orson Welles. Oltre ad essere un’artista il montatore è anche un raffinato teorico, autore di In un batter d’occhi Una prospettiva sul montaggio cinematografico nell’era digitale, edito da Lindau, uno degli studi più affascinanti sulla potenza espressiva del montaggio.
Per Murch il cinema è senza dubbio un mezzo di massa e la fruizione di un film è connessa a un rito collettivo che allo stesso tempo è anche intimo. Per Murch ci sono quattro modi in cui il film tenta di coniugare l’esperienza collettiva con quella individuale gestendola meglio di qualsiasi altra forma d’arte. E' importante apprezzare tutti questi modi di fruizione per capire appieno cosa abbiamo perso con la chiusura forzata delle sale.

Apocalypse Now


1 UNA VITA IN PERFETTO EQUILIBRIO
Quando un film crea un collegamento con noi, parla alla testa, al cuore e alle viscere. Ognuno di questi modi di pensare - intellettuale, emotivo ed istintivo - viene affrontato direttamente, quindi intrecciato e reso coerente. Ci viene servito qualcosa che tutti noi desideriamo, ma raramente sperimentiamo: la nostra vita sembra essere in miracoloso equilibrio. Quando un film riesce a comporre un mondo coerente, che di solito non corrisponde alla vita normale, adempie a una funzione sociale unica, quasi spirituale, aiutando le persone a risolvere le proprie contraddizioni.

2 SEGRETI CONDIVISI
Il pubblico è spesso sorpreso dall'apparente intimità di un film con i propri segreti interiori. Questo è il risultato del lavoro del regista che decide cosa mettere e cosa lasciare fuori nel suo lungometraggio. Se un film mostra troppo, il pubblico deve solo sedersi e prendere quello che gli viene mostrato sullo schermo. In tal modo però non avrà un legame emotivo con la storia e con i personaggi. Ma se il racconto resta incompleto, nella giusta misura, ciascuno utilizzerà la propria immaginazione per trasformare il parziale in completo. Questo è il motivo per cui le persone spesso hanno punti di vista diversi vedendo lo stesso film. Ognuno reagisce in maniera differente a ciò che ha visto. John Huston diceva: "I veri proiettori sono gli occhi e le orecchie del pubblico".

3 VOYEURISMO AUTORIZZATO
Mentre guardiamo un film possiamo guardare negli occhi le persone che ci appaiono belle, brutte, potenti, spaventose e interessanti. Nella vita quotidiana, tale accesso ravvicinato non è spesso disponibile. Le persone sullo schermo, tuttavia, sembrano non sapere che li stiamo guardando, il che rende il tutto ancora più interessante. Basterebbe che spostassero gli occhi di qualche grado, guardassero l'obiettivo e noi saremmo scoperti. Ma fino ad allora, possiamo guardarli con un piacere voyeuristico mentre i loro pensieri e le loro emozioni passano come raggi di sole sui loro volti. 

4 IL DISAGIO DEGLI ESTRANEI
Negli ultimi due mesi abbiamo visto i film solo a casa. Ma un film nasce per essere visto al cinema in un momento prestabilito, al buio, alla presenza di altri estranei attratti come noi da questo momento. Nelle giuste circostanze, una proiezione in sala migliora l'esperienza del cinema. Quando lasciamo le nostre case e affrontiamo un po’ di disagio (il parcheggio, il trasporto pubblico) e in questi tempi incerti anche dei rischi, e ci riuniamo in un cinema in un momento specifico, siamo pronti a vedere il film in un modo più ricettivo rispetto a quando lo visioniamo a casa in  streaming. 
Tecnicamente, la qualità di un film in casa può ora eguagliare o persino superare la qualità di un multiplex. Ma ciò che la visione da casa non può mai fare è fornire un'esperienza comune alla quale ci sottomettiamo volentieri. Nelle migliori circostanze, quell'esperienza può espandere la nostra coscienza, acuendo i nostri sensi nell'intimità del cinema. E quando siamo al buio, con molte altre persone, stiamo più attenti ai piccoli segnali del pubblico che scateneranno risate, urla o lacrime di gruppo. A casa, da solo o con pochi altri, questi segnali sono in proporzione ridotti. Più è vasto il pubblico, più è probabile che qualcuno inizi a ridere prima e quella risata scatenerà tutti gli altri. Gli esseri umani si sono riuniti al buio, ascoltando storie, dall'invenzione del linguaggio. Fa parte di ciò che siamo e ciò che ci lega gli uni agli altri. L'esperienza cinematografica consiste nel ricreare questo incontro primordiale. 

La domanda finale che Murch si fa è se quando il mondo sarà uscito da questa emergenza il cinema tornerà come prima. E’ probabile, anche se non in ogni dettaglio: il blocco universale è stato uno shock senza precedenti. Tuttavia il bisogno umano di lasciare l'isolamento di casa e di riunirsi nell'oscurità illuminata dai raggi di un proiettore sarà una motivazione irresistibile per la riapertura dei cinema.

Tra i film di Walter Murch ricordiamo la trilogia di The Godfather, The Conversation, Apocalypse Now, American Graffiti e The English Patient.


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