domenica 12 luglio 2020

Woody Allen. Cronistoria di un genio. Seconda parte. Dal Cabaret al Cinema.

Nella puntata precedente avevamo lasciato il giovane Allan Konigsberg alle prese con il suo nome d’arte, ideato per dedicarsi a tempo pieno alla carriera di autore comico. Dalla carta stampata alla radio il passo è breve. Woody Allen inizia a scrivere per Herb Shriner, un comico molto popolare e apprezzato, con un umorismo radicato nell’America profonda. A 18 anni guadagna il triplo di quello che i suoi genitori si possono permettere. La sua carriera conosce un passo importante in avanti quando il ragazzo accetta di fare parte di un programma di formazione per giovani scrittori, organizzato dalla NBC. Il ragazzo firma un contratto capestro di sette anni per 175 dollari alla settimana. 
Nello stesso periodo conosce Harlene, una studentessa diciassettenne che decide di sposare. Il matrimonio è un disastro, i due novelli sposi non vanno d’accordo su nulla e vivono in un minuscolo appartamento al piano terra tra Park Avenue e la 61esima litigando tutto il giorno. E’ in quel periodo che Allen si trasferisce a Los Angeles per tentare di risollevare gli ascolti del programma televisivo Colgate Comedy Hour. La permanenza nella città degli Angeli permette all’autore di frequentare alcuni degli sceneggiatori più celebri della storia del cinema, dai fratelli Danny e Neil Simon, a Mel Brooks. Allen si fa le ossa imparando il mestiere e, anche se non riesce a risollevare i ratings dello show, quei sei mesi sono una tappa fondamentale nella sua formazione culturale. E’ in quei giorni, infatti, che impara ad affinare il suo stile, a non essere competitivo con i colleghi e, cosa più importante, a fidarsi del suo giudizio. Allen impara un metodo di lavoro che non lo abbandonerà mai: scrive dalle nove di mattina alle sei del pomeriggio, senza staccare mai. Un sistema stakanovista che lo forgerà nella mente e nello spirito. 
Un altro incontro determinante è quello che ha con lo stand up comedian Sid Caesar, che lo assume per aiutarlo a scrivere le sue battute. Quando finalmente il contratto con Harvey Meltzer scade, Allen ha compiuto 22 anni e si affida a uno degli agenti più scaltri di New York, Jack Rollins, già rappresentante di Harry Belafonte, che, in coppia a Charlie Joffe, produrrà tutte le pellicole più importanti del regista.
A questo punto c’è una svolta nella carriera dell’artista. Nonostante il successo televisivo e il benessere economico, Allen lascia la televisione per diventare uno stand up comedian. E’ stato folgorato da uno spettacolo live di Mort Sahl, uno dei più grandi performer dell'epoca. Incoraggiato dal suo agente, Woody molla tutto e scrive uno spettacolo. Il suo debutto avviene al Blue Angel, il locale più trendy degli Stati Uniti. Lo spettacolo funziona, il pubblico ride, ma a Jack Rollins questo non basta. Per lui il giovane artista non è ancora a suo agio sul palcoscenico, così lo obbliga ad esibirsi gratis per un paio di anni in un piccolo locale di New York, il Duplex. Lì ci sono anche Garry Marshall (l’inventore di Happy Days, nonché futuro regista di Pretty Woman), David Panich e Mel Brooks. Insomma, un buco molto speciale dove farsi le ossa a fianco di alcuni dei geni della comicità USA. 
Nel frattempo la vita coniugale va a rotoli. Allen divorzia da Harlene dopo avere conosciuto una bionda esplosiva, Louise Lasser, figlia di una famiglia altolocata di New York, afflitta da disturbi bipolari. Il comico la sposa e passa otto anni infernali tra alti e bassi fatti di euforia e depressione.
E’ questo il periodo nel quale Allen inizia a frequentare il lettino dello psicanalista. La terapia, che seguirà per decenni, serve al regista per affrontare il suo rapporto traumatico con una madre oppressiva (rappresentata in Radio Days) e il suo rapporto instabile con le donne. La cura, per stessa ammissione di Allen, non servirà a granché, considerando la quantità impressionante di fidanzamenti, relazioni, matrimoni e divorzi che il cineasta avrà con donne nevrotiche e instabili emotivamente. 

Woody Allen in Prendi i soldi e scappa.

La carriera da cabarettista intanto è decollata. L’attore si esibisce in tutti i locali alla moda degli Stati Uniti e consolida la sua fama di comico intelligente e spregiudicato. Ha capito che per far ridere deve sfruttare la sua presenza fisica in scena, suggerendo un ideale collegamento tra i testi - nei quali è un ebreo newyorkese, roso dalla nevrosi e perseguitato dalle disgrazie - e il suo aspetto fragile, i grandi occhiali, la pelle lentigginosa.
Una sera a New York sono presenti a un suo spettacolo il produttore Charley Feldman e la giovane star Warren Beatty, divenuta celebre nel 1961 con Splendore nell’erba di Elia Kazan. I due restano talmente impressionanti dalla performance dell’attore che lo assumono per la sceneggiatura della commedia Ciao Pussycat. Allen accetta ma il film subisce da subito innumerevoli traversie. Dapprima Beatty rinuncia alla pellicola, stanco dei continui cambiamenti al copione. Al suo posto è ingaggiato Peter O’Toole, reduce dal successo di Lawrence D’Arabia, il quale è poi affiancato dal comico inglese Peter Sellers, che domina il regista, il modesto Clive Donner. Il film deve essere girato a Parigi ma per problemi produttivi si sposta a Roma per poi tornare nella Ville Lumiére. Il copione cambia in continuazione e il risultato è un film mediocre. Il primo incontro con il cinema lascia dunque a Woody Allen un sapore amaro in bocca anche se il film è un notevole successo commerciale che permette all’autore di iniziare a lavorare a un secondo lavoro, tratto dal giapponese Kagi No Kagi che nell’edizione italiana diviene Che fai rubi? Anche in questo caso Allen disprezzerà il risultato finale ma anche stavolta la pellicola è un hit al botteghino. Il problema del controllo dell’opera si pone di nuovo con il delirante James Bond 007 - Casino Royale. Il film è tratto dal primo romanzo di Ian Fleming dedicato all’agente segreto 007. Per una questione complessa, legata ai diritti cinematografici, i produttori Harry Saltzman e Albert Broccoli hanno acquisito l’esclusiva su tutti i romanzi dello scrittore inglese tranne il primo. Dovremo aspettare 40 anni per vederlo sullo schermo in una delle migliori trasposizioni cinematografiche della saga, esordio di Daniel Craig nei panni della spia britannica. Nel 1966, però, i diritti sono di Charlie Feldman che vuole farne una versione comedy. Ancora una volta è chiamato Woody Allen a sceneggiare l’orrido pastiche, affiancato da altri 9 sceneggiatori. Il cast vede avvicendarsi sullo schermo Orson Welles nei panni del villain e altri sodali come Peter Sellers, David Niven - nel ruolo di 007 - e lo stesso Allen, nei panni del cattivo Noah. Per dirla con le parole di Allen: “Casino Royale è un’altra esperienza cinematografica terrificante.

Woody Allen in Casino Royale

Nel frattempo l’artista si consola con il teatro mettendo in scena Don’t Drink The Water, scritta a Parigi durante le riprese di Ciao Pussycat. La commedia è presentata a Broadway, al Morosco Theatre, e supera le 590 repliche. E’ il momento della consacrazione: Allen ottiene un ritratto sulla rivista Life, si riconcilia coi genitori, adesso orgogliosi del successo del figlio, e si prepara ad esordire alla regia. 
Nel 1968, all’età di 33 anni, passa così dietro la macchina da presa. La storia è tratta da una sua sceneggiatura, Prendi i soldi e scappa, venduta qualche anno prima a Feldman. Poco prima di morire, il tycoon trova un partner produttivo nella United Artists e finalmente le riprese possono partire. Prendi i soldi e scappa è un mockumentary che in stile documentaristico racconta le vicende di un rapinatore da quattro soldi, Virgil Starkwell (interpretato dallo stesso Allen), un personaggio maldestro, ossessionato dai soldi e dalle donne. Un omaggio alle commedie slapstick dei fratelli Marx e alla poetica di Chaplin, soprattutto nel tenero rapporto d’amore tra Virgil e Louise (interpretata dall’attrice Janet Margolin). La pellicola anticipa nello stile uno dei capolavori successivi, Zelig del 1983. Oramai Allen tramuta in oro tutto ciò che tocca: anche Prendi i soldi e scappa si rivela un successo e il regista torna a una sua grande passione, il teatro. Nella commedia Play It Again Sam (in italiano Provaci ancora Sam), al cinema diretta poi da Herbert Ross, Allen interpreta la parte di Allan Felix, un sognatore innamorato della donna del suo migliore amico, che accetta consigli dal mitico Humphrey Bogart. Per la parte di Linda Allen sceglie una giovane ventiquattrenne, Diane Keaton. Sconosciuta al grande pubblico, la Keaton si è appena trasferita dalla California a New York per studiare canto e danza. L’incontro con la ragazza da il colpo di grazia alla controversa relazione con Louise Lasser. La coppia divorzia in Messico nel 1970, tuttavia il regista continuerà per molto tempo a essere ossessionato dalla donna, alla quale affiderà ruoli di contorno ne Il dittatore dello Stato libero di Bananas e in Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere. La personalità autodistruttiva della Lasser eserciterà dunque un fascino duraturo su Woody Allen che la reinventerà nella Charlotte Rampling di Stardust Memories, nella Christina Ricci di Anything Else e nella Scarlett Johansson di Match Point, tutte donne seducenti capaci di svalutarsi fino a rasentare l’isteria sprofondando nella dipendenza da droga e alcol.

Woody Allen e Diane Keaton in Provaci ancora Sam

Allen, all’apice della popolarità guadagna un milione di dollari a film e corona il suo sogno di andare a vivere a Manhattan, acquistando un lussuoso attico. Il suo secondo lavoro come regista è Il dittatore dello stato libero di Bananas, una parodia politica incentrata su un certo Fielding Mellish che per amore della sua donna, una militante politica, si ritrova suo malgrado nel mezzo di una rivoluzione in America Latina. La storia segue le peripezie tragicomiche di Fielding, un newyorkese codardo, ed è una slapstick comedy che anticipa di decenni il tema della notorietà data dai media. Pur non essendo riuscito come Prendi i soldi e scappa anche Bananas (questo il titolo originale) ottiene un grande riscontro di pubblico che permette ad Allen di passare a un nuovo progetto. 
Pur essendo terminata la relazione amorosa con Diane Keaton, tra i due artisti permane una profonda stima che li porta a collaborare di nuovo insieme in Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere,ispirato a un saggio scientifico del Dottor David Reuben di cui Rollins e Joffe hanno acquistato i diritti, detenuti dall’attore Elliott Gould. La pellicola è suddivisa in episodi nei quali vengono trattati tutti i temi relativi alle relazioni sessuali. Indimenticabile è l’ultimo episodio, Cosa succede durante l’eiaculazione, nel quale Allen recita nei panni di uno spermatozoo. La commedia è un successo strepitoso che spinge Allen nel 1973 ad affrontare un nuovo lavoro, Il dormiglione, ancora una volta a fianco di Diane Keaton. Stavolta la pellicola è una commedia fantascientifica, scritta con la collaborazione di Marshall Brickman, che vede Allen, nei panni di Miles Monroe, proprietario di un ristorante vegano, Il Sedano Allegro, risvegliarsi dopo un’anestesia nel 2173. Gli Stati Uniti nel frattempo si sono trasformati in una dittatura governata da un Grande Leader. Per sfuggire alla polizia, Miles finge di essere un robot e viene preso in casa della facoltosa Luna (Diane Keaton) alla quale si unirà nella lotta alla tirannia. Il Dormiglione trionfa al botteghino e spinge l’artista a una nuova commedia, Amore e Guerra, geniale parodia dei classici russi che Allen tanto ama. Stavolta la vicenda si svolge nella Russia invasa da Napoleone dove Allen interpreta i panni del conte Boris che in segreto ama la cugina Sonja (ancora una volta la Keaton), la quale però si è invaghita di suo fratello. Illuminata da Ghislain Cloquet, il direttore della fotografia di Notte e Nebbia di Alain Resnais, Amore e guerra è un’opera nella quale sono chiari i riferimenti letterari e cinematografici che hanno formato Allen, su tutti Ingmar Bergman e il suo Il settimo sigillo, citato in maniera esplicita. Amore e Guerra è il miglior film della prima fase come regista di Allen, il quale, nel 1975, lascia i ruoli da buffone per dedicarsi a opere più serie. Con Marshall Brickman, il suo abituale co sceneggiatore, inizia a lavorare su un soggetto che sarà il primo passo verso la sua maturità artistica, Io e Annie.

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