domenica 26 luglio 2020

Woody Allen. Cronistoria di un genio. Quarta Parte. Woody a pezzi.

Nel 1989 uno dei maggiori successi commerciali è Harry ti presento Sally, brillante ricalco di Io e Annie, diretto da Rob Reiner, a riprova che la commedia è sempre stato il genere più amato dal pubblico. Allen, invece, fedele alla sua linea editoriale che lo porta a cambiare di anno in anno la sua filmografia, presenta Crimini e Misfatti, una delle sue opere più complesse. Il dramma, venato di umorismo, ha come protagoniste due coppie di fratelli: da un lato Judah (Martin Landau, premio Oscar per questa interpretazione), famoso oculista,  e Jack (Jerry Orbach), un malavitoso di mezza tacca che aiuta il dottore a sbarazzarsi di un ingombrante amante (Anjelica Huston) che rischia di mettere a repentaglio il suo matrimonio. Dall’altro abbiamo, invece, il rabbino Ben (Sam Waterston) e il celebre comico miliardario e dall’ego ipertrofico Lester (interpretato da Alan Alda). 
Allen si ritaglia il ruolo del documentarista Cliff, costretto per motivi alimentari a girare un documentario sul comico, innamorato della produttrice Halley (Mia Farrow), apparentemente invaghita del regista ma che poi sceglie il più sicuro corteggiamento di Lester. Ognuno di questi personaggi si trova ad affrontare dilemmi morali e religiosi. Con Crimini e Misfatti il regista saluta un decennio fecondo nel quale ha diretto alcune pellicole fondamentali. Da questo momento, complice la sua relazione sempre più controversa con Mia Farrow, il suo lavoro seguirà una parabola discendente, caratterizzata da opere più compiute e altre meno riuscite.

Crimini e Misfatti

Quando nel 1983 Ingmar Bergman ritirò il premio alla carriera al Festival di Venezia annunciò il suo ritiro dichiarando che non voleva realizzare film nei quali Bergman faceva Bergman. Il maestro svedese rifuggiva così dal rischio di divenire estetizzante e soprattutto ripetitivo, un rischio nel quale molti autori sono caduti, Fellini in primis. Anche per Allen è valido questo ragionamento. Pur essendo mirabile il tentativo di girare un film all’anno, la lunga lista di opere inanellate dal 1990 a oggi è una sequela di opere simili tra loro nell’impianto narrativo, alcune più brillanti di altre. A riprova di ciò ci viene in soccorso la stessa autobiografia del regista nella quale egli si sofferma a descrivere i suoi film dedicando un paio di righe a titolo, senza in realtà avere nulla d’interessante da commentare, salvo evidenziare più volte il tema di avere seguito un metodo per tenersi sempre impegnato. 
Sarebbe tuttavia ingeneroso liquidare così 30 anni di carriera, pertanto provo a segnalare le pellicole più interessanti.
Mariti e mogli, l’ultimo lavorato realizzato con la Farrow, è un condensato di nevrosi e inquietudini su un rapporto di coppia giunto al capolinea. Lo stile nervoso e le riprese effettuate con la macchina da presa a spalla ne fanno uno dei film più dolorosi del regista soprattutto perché realizzato nel pieno della crisi sentimentale con l’attrice.
Uscito a pezzi dalla relazione con la Farrow, Allen reagisce allo scandalo suscitato dalla sua relazione con la figlia adottiva Soon-Yi e alle accuse di molestie sessuali verso l’altra figlia Dylan, gettandosi a capofitto nel lavoro. Misterioso omicidio a Manhattan e Pallottole su Broadway sono un dittico riuscito nel quale l’autore dirige rispettivamente un giallo hitchcockiano con venature farsesche e una commedia in costume dai dialoghi brillanti.
Non altrettanto riusciti sono La dea dell’amore e Tutti dicono I Love You, due commedie piuttosto deboli nonostante il cast prestigioso. Dalla metà degli anni ‘90 al 2005 Allen gira una serie di pellicole decorose ma che non aggiungono nulla alla sua già prestigiosa filmografia: Harry a pezzi, Celebrity, Accordi e disaccordi, Criminali da strapazzo, La maledizione dello scorpione di giada, Hollywood Ending, Anything Else e Melinda e Melinda, sembrano accompagnare l'artista sul viale del tramonto. Tuttavia nel 2005 Woody stupisce tutti con una pellicola coesa e vibrante, Match Point, un Delitto e Castigo di ambientazione londinese, imbevuto dei romanzi di Graham Greene e Patricia Highsmith, con un cast in stato di grazia. 

Jonathan Rhys Meyer e Scarlett Johansson in Match Point

Jonathan Rhys Meyer, Scarlett Johansson e Emily Mortimer sono il terzetto di amanti la cui vita è sconvolta dal delitto che il tennista fallito Chris compie per liberarsi di una invadente fidanzata e impalmare una ricca ragazza dell’upper class. Match Point è una perla che lascia sperare in una rinascita del genio alleniano ma i film successivi smentiscono le aspettative. 
Scoop, Sogni e delitti, Vicky Cristina Barcelona sono opere mediocri con attori di primo livello del calibro di Ewan McGregor, ancora Scarlett Johansson, Javier Bardem e Penelope Cruz. Basta che funzioni è, invece, una comedy che rievoca l’ambiente degli stand up comedian nella quale il comico televisivo Larry David interpreta Allen stesso. 
Nella lunga sequela di titoli inanellati nel XXI secolo due menzioni speciali spettano a Midnight in Paris e Blue Jasmine. La prima è una commedia ambientata in una Parigi magica nella quale si perde il protagonista, un trasognante Owen Wilson, trasportato nella Parigi degli anni ‘20 dove incontra alcuni dei suoi miti artistici. La seconda è un dramma al femminile su cui svetta una sublime Cate Blanchett, vincitrice dell’Oscar, nei panni di una donna in crisi che cerca di rifarsi una vita trasferendosi da New York a San Francisco.
Gli ultimi scampoli del genio sono indirizzati verso risultati modesti come To Rome With Love (senza ombra di dubbio il suo film meno riuscito), Magic in The Moonlight (un altro fallimento), Irrational Man e Café Society
Siamo così arrivati alla sua ultima opera, Un giorno di pioggia a New York, dalla quale eravamo partiti per ripercorrere la carriera di Woody Allen. A 84 anni, sotto il peso dei nuovi attacchi mediatici per la storia di molestie sessuali ritirata fuori dai media in pieno Mee Too, Allen sembra essere ormai al capolinea della sua carriera cinematografica. Il suo accordo per cinque film con Amazon è stato rescisso dalla major e la sua attesa ma deludente autobiografia ripercorre in maniera svogliata la sua opera, impegnando centinaia di pagine a difendersi dall’accusa di molestie. 
E’ una fine ingloriosa per uno dei grandi del cinema statunitense ma Allen ha dimostrato nel corso della sua lunga carriera di poter riservarci delle nuove sorprese.

Podcast Woody Allen. Prima Parte

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