venerdì 3 luglio 2020

Due film francesi: Il mistero Henry Pick - Ritratto della giovane in fiamme

Sono disponibili in streaming due pellicole francesi uscite  nelle sale italiane alla fine dell’anno scorso, che dimostrano la vitalità dei cineasti d’oltralpe. 

Il mistero Henry Pick

Il mistero Henry Pick diretto da Rémi Besançon è la trasposizione del romanzo omonimo di David Foenkinos, edito in Italia da Mondadori.
Protagonista è Fabrice Luchini, il Mastroianni francese, tante sono le sfumature che quest’artista ha dimostrato di possedere nella sua lunga carriera, interprete prediletto dei film di Rohmer ne Il ginocchio di Claire (Le genou de Claire) e Le notti di luna piena (Les nuits de la pleine lune).
Ne Il mistero Henry Pick egli interpreta la parte di Jean-Michel Rouche, un critico letterario ispirato al celebre Bernard Pivot, che ogni settimana conduce in televisione una trasmissione dedicata ai libri, proprio come Apostrophe. L’arrivista editor Daphné Despero (Alice Isaaz) ha appena pubblicato un manoscritto ritrovato nella singolare Biblioteca dei libri rifiutati, sita in una piccola libreria della Bretagna. L’autore è un certo Henry Pick, pizzaiolo della cittadina, scomparso da un paio d’anni e che mai nella sua vita ha dimostrato interesse né per la letteratura né tanto meno per Puskin, l’autore russo perno centrale della sua unica opera. I critici gridano al capolavoro ma non Jean-Michel, il quale è talmente convinto di trovarsi di fronte a un fenomeno di marketing che in diretta, nel corso della sua trasmissione, accusa la moglie di Pick e la editor di essere dei truffatori. Licenziato dalla rete televisiva e lasciato dalla moglie, Pick si reca nella cittadina bretone intenzionato a rivelare la truffa. Inaspettatamente, la figlia di Henry Pick, Josephine (Camille Cattin), diventerà sua complice in un’inchiesta semiseria sulle tracce del vero autore del romanzo…
Soltanto il cinema francese poteva fare protagonista di un film un critico letterario e trasformare una storia per addetti ai lavori, nella fattispecie dell’editoria, in un giallo alla Agatha Christie, venato di una dolce malinconia e interpretato da due attori in piena sintonia come Luchini e la Cottin. Il mistero Henry Pick non è un capolavoro ma è una boccata d’aria fresca e intelligente nell’asfittico panorama cinematografico attuale.
Ritratto della giovane in fiamme


Ben più denso e misterioso e il secondo film, Ritratto della giovane in fiamme della regista Cèline Scianna, una storia tutta al femminile che rivendica il diritto alla sessualità da parte della donna, un tema per certi versi simile a un film osannato dalla critica negli anni ‘90, Lezioni di Piano di Jane Campion.
In questo caso ci troviamo di nuovo in Bretagna ma alla fine del XVIII secolo. La pittrice Marianne (Noémie Merlant) è chiamata da una contessa decaduta (Valeria Golino) a dipingere il ritratto della sua secondogenita, promessa in sposa a un nobile milanese. La ragazza, di nome Héloise (Adèle Hanoel) ha già fatto licenziare un pittore che non è riuscito nell’intento di ritrarla. Stavolta però Marianne è ben decisa a portare a compimento l’opera. Fatta spacciare per una dama di compagnia, Marianne si affianca a Héloise nelle sue lunghe passeggiate nella brughiera. Tra le due ragazze si crea un’affinità elettiva che ben presto sfocia in un’attrazione sessuale, allorché la madre parte per l’Italia lasciandole sole con la servante. L’amore sboccia prorompente  in un universo popolato di sole donne, dove l’uomo assurge a ruolo di comparsa,  rozza e inutile. Terminato il ritratto, Marianne dovrà lasciare Héloise ma il ricordo di quell'amore struggente rimarrà per sempre indelebile nella sua memoria.
La regista dimostra di avere  talento per l’immagine (la fotografia è di Claire Mathon) e filma le due donne con viva partecipazione, facendoci trepidare per questo amore segreto. La Scianna non è nuova al tema dell’identità sessuale, avendolo già affrontato in Tomboy. Stavolta però tutto appare calibrato, grazie anche all’interpretazione delle sue attrici. Interessante è l’assenza di una colonna sonora che si riduce soltanto a una nenia in latino, Fugere non possum, cantata da un gruppo di donne durante un rito apotropaico, e alle 4 stagioni di Vivaldi, utilizzato come contrappunto all’estasi sentimentale di Héloise. Il film ha ottenuto il premio alla sceneggiatura al Festival di Cannes del 2019.

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